"Quando avrai provato l'emozione del volo, una volta a Terra camminerai con lo sguardo rivolto verso il cielo perchè la sei stato e la agogni a ritornare."

Leonardo da Vinci

venerdì 17 maggio 2013

Forlì chiude. Ma forse è solo il primo di molti aeroporti italiani.

Dalle 00.00 di ieri l'aeroporto di Forlì "Luigi Ridolfi" ha cessato la sua attività.

L'aeroporto Luigi Ridolfi di Forlì
Inaugurato nel Settembre del 1936 da Benito Mussolini e diventato poi scalo commerciale dal 1957, è stato chiuso ieri  dopo ben 77 anni di attività dall'ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) non sussistendo più le condizioni di certificazione a causa della procedura di fallimento di Seaf, la società di gestione dell'aeroporto.
I problemi dell'aeroporto iniziano quasi 4 anni fa', quando Ryanair lasciò lo scalo per passare a quello di Bologna facendo passare il numero di passeggeri annui del Ridolfi da oltre 700.000 del 2008 a meno della metà del 2012.
Oltretutto l'anno scorso l'ex Ministro dei Trasporti Corrado Passera avviò il "Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale" per un riordino organico degli scali nazionali sotto il profilo infrastrutturale, dei servizi e delle gestioni; ciò ha dato il colpo di grazia all'aeroporto di Forlì, schiacciato anche dalla fortissima concorrenza del Marconi di Bologna.
Il Piano Passera, che comunque deve essere ancora sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni e poi adottato da uno specifico D.P.R., ha individuato gli aeroporti di "interesse nazionale" pertinenti a città o nodi primari o con specifiche caratteristiche territoriali, compresa la continuità o ancora in forte espansione; quegli aeroporti che sono stati invece individuati come "non di interesse nazionale", tra cui appunto l'aeroporto di Forlì, verranno trasferiti alle regioni competenti che dovranno decidere sul loro destino; infatti per questi ultimi praticamente non sarà più previsto nessun finanziamento pubblico statale, diretto o indiretto che sia, e saranno lasciati da soli.
Ecco l'elenco degli aeroporti classificati come di "interesse nazionale" tratto dal sito del Ministero dei Trasporti:
  • Aeroporti inseriti nella Core Network (considerati di rilevanza strategica a livello Ue in quanto pertinenti a città o nodi primari): Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia.
  • Aeroporti inseriti nella Comprehensive Network:
    Con traffico superiore a 1 mln di passeggeri annui: Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona.
    Con traffico superiore a 500 mila passeggeri annui e con specifiche caratteristiche territoriali (unicità nell’ambito regionale o servizio a un territorio di scarsa accessibilità): Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste.
    Indispensabili per la continuità territoriale: Lampedusa, Pantelleria.
  • Aeroporti non facenti parte delle reti europee:
    Con traffico vicino al milione di passeggeri e con trend in crescita: Rimini.
    Destinati a delocalizzare traffico di grandi aeroporti: Salerno.
Quindi per questi 31 aeroporti sembrano esserci promettenti speranze per il futuro.

Ma in Italia ci sono ben 112 aeroporti operativi: 90 aperti al traffico civile, 11 al traffico militare e 11 ad entrambi. Che fine faranno quegli aeroporti classificati come "non di interesse nazionale", la cui stragrande maggioranza ha un basso numero di passeggeri e vive sostanzialmente di finanziamenti pubblici?
La risposta è che molti potrebbero in futuro chiudere, proprio come è successo a Forlì; ed in effetti, a ben rifletterci, non sarebbe neanche tanto sbagliato in considerazione di un'unica strategia nazionale. Dall'altra parte però ci si chiede che fine faranno tutti quei lavoratori che direttamente o indirettamente hanno un posto di lavoro legato a queste infrastrutture.
La ENAV Academy di Forlì
Di sicuro c'è che una riorganizzazione strutturale del sistema aereoportuale è necessaria ed indispensabile, ma, per una volta, sarebbe bello che, oltre ai soliti lavoratori, pagassero anche coloro che hanno fatto parte di oltre 30 anni di amministrazione scellerata sia a livello locale che nazionale.

L'aeroporto di Forlì ieri ha chiuso i battenti, forse per sempre o forse potrebbe riaprire grazie ad un accordo con "ENAV Academy", l'unica società in Italia che possa formare e aggiornare i diversi profili professionali inerenti i servizi per il Controllo del Traffico Aereo civile, ovvero Controllori del Traffico Aereo, Esperti di Assistenza al Volo, Meteorologi e Piloti di Radiomisure, basata proprio a Forlì.
Ma se per Forlì potrebbe esserci questa possibilità, e non è assolutamente scontato, per molti altri aeroporti, senza qualche intervento, potrebbe non esserci alcuna ancora di salvezza.

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